Irresistibile il richiamo dell'impressionante scenografia sul mare che accoglie il visitatore di Trani, e indimenticabile la sequenza di immagini che si presenta agli occhi di chi percorre il tratto costiero e portuale della città. L'impatto degli edifici sul panorama del mare riconduce innanzitutto all'importanza delle istituzioni che in questa scenografia vollero e seppero rappresentarsi con inedita potenza, sganciandosi all'improvviso dal tessuto di una città per proiettarsi in un immaginario di carattere universale: la chiesa, lo stato, la legge.
A partire dall'epoca sveva, nella quale Federico II fece di Trani il suo fortificato avamposto marittimo, (del quale è testimonianza il possente Castello affacciato sul mare), fino al Quattrocento, secolo di assoluto splendore in cui Trani rappresentò il più importante centro marittimo e mercantile del basso Adriatico (città che si diede gli Statuti Marittimi, a lungo appoggiata dalla città di Venezia, cui fu data addirittura «in pegno» alla fine del secolo), Trani giocò un ruolo eminente nella scacchiera regionale dei poteri e dei privilegi. Per poi diventare, alla fine del Cinquecento, sede della Regia Udienza, e da allora (e fino a oggi) «città forense» per eccellenza. Questo è il mare dei monumenti, il mare dei poteri. Ma oggi affacciarsi al porto di Trani percorrendolo con lo sguardo da sinistra a destra dà conto di due realtà meno monumentali, ma altrettanto importanti per definire il più complesso immaginario contemporaneo, quello che fa amare al turista (e all'abitante) questa città: la sfilata di bellissimi pescherecci a sinistra, dai colori intensi e dai nomi evocativi, e la distesa di barche da diporto a destra, segnali questi di un mare «abitato», di un porto funzionante e attrezzato, di una città che ancora guarda al mare pur senza l'onere di una supremazia da affermare e da difendere. Castello, Cattedrale, Tribunale, ma anche la novecentesca villa comunale, che riconduce invece ai caratteri civici e borghesi che costituiscono la radice culturale della città moderna, sono visibili dal mare ancor meglio che dalla terra, quasi fosse ancora dal mare che si attendono i visitatori, in arrivo su barche o navi (e spesso è così: molti turisti in yacht piccoli e grandi attraccano qui per rifornirsi di viveri o benzina, sulla rotta magari delle isole greche, e invece di un giorno si fermano due, tre, per poi magari decidere di affittare una casa sul porto…).
E sul porto ancora: tutte le feste, le innumerevoli feste di Trani, città festeggiante e festosa per eccellenza. Feste di segno religioso, ma anche movimento allegro, brulicare di gente nelle sere d'estate, la cassa armonica illuminata su piazza Quercia che ospita concerti bandistici, e poi magari concerti e spettacoli en plein air, sempre sullo sfondo di questo mare disegnato dall'elegante cintura di pietra dei parapetti sul porto e dei moli… e poi bancarelle, ristoranti, bar, giostre affacciate sul porto, e il riflesso delle luci che riverbera madreperlaceo sulle «chianche» allisciate, e odore di pesce fresco all'arrivo dei pescherecci, che espongono il pescato all'attenzione dei veloci e attentissimi acquirenti abituali, nella sorpresa dei molti turisti che s'incamminano, di nuovo o per la prima volta, verso la teatrale piazza della Cattedrale… Cattedrale che ad arrivarci dal porto, e dal lato del molo, si presenta con la sua facciata più preziosa, quella retroabsidale, la più vicina alla schiuma del mare e dove la sporporzione dell'altezza risulta più impressionante. Il tutto scalpicciando sulle chianche.
Testo tratto da: www.pugliaimperiale.com